Si laurea con lode in Architettura nel 2012, presso l’Università degli Studi di Firenze. Dopo la laurea inizia a collaborare con il Centro Interuniversitario ABITA. Si occupa di agricoltura urbana e di verde tecnologico, anche come proponente del progetto VERDE+ nel bando MIUR Smart Cities and Communities and Social Innovation. Nell’A.A. 2010/2011 frequenta la Scuola di Architettura Paris La Villette e nel 2008 svolge un tirocinio presso Ellsworth Associates Architecture Office di Boston. Nel 2013 svolge un tirocinio presso la Regione Toscana, Settore “Istruzione Università Ricerca”.
Interessi scientifici: Identità locale e sviluppo locale sostenibile, Tecnologie appropriate ai contesti di intervento, Innovazione tecnologica, Riqualificazione architettonica, urbana e paesaggistica
“Agricoltura Urbana e Città Sostenibile. Potenzialità e tecnologie per una infrastruttura di verde produttivo”
Il fenomeno investe la città a diverse scale, dalla pianificazione, alla progettazione di nuove tipologie di spazi aperti (community gardens, parchi agricoli, pocket vegetable gardens) alla progettazione dell’integrazione tra produzione agricola e ambiente costruito (sulle coperture degli edifici, con sistemi serra integrati), fino alla progettazione dei componenti tecnologici. L’architetto viene chiamato così a progettare nuovi spazi o nuovi componenti per nuove funzioni in risposta ad esigenze attuali. La ricerca vuole sviluppare una conoscenza sul fenomeno dell’Agricoltura Urbana, aggiornando e inquadrando lo stato dell’arte di un fenomeno complesso, delineare un quadro conoscitivo completo di potenzialità per l’integrazione di una rete di verde produttivo urbano, ed analizzare e inquadrare il tema specialmente dal punto di vista dell’integrazione architettonica e dello sviluppo tecnologico. Il prodotto della ricerca consiste nella definizione di un modello sperimentale per lo sviluppo dell’agricoltura urbana all'interno di aree non pianificate o dismesse della città di Firenze, come strategia per la riqualificazione e la ri-funzionalizzazione di spazi altrimenti marginali, l’innovazione sociale e lo sviluppo di nuove filiere a km0. Il modello si avvale di sistemi di coltura protetta modulari, reversibili, sostenibili, a ciclo idrico chiuso, energicamente autosufficienti, di qualità architettonica, ed adatti ad essere posizionate anche temporaneamente nei contesti urbani. |