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Scuola Dottorale

Nicola Ruggieri

Nicola Ruggieri
nicola.ruggieri(AT)unifi.it

dottorato
Architettura, progetto, conoscenza e salvaguardia del patrimonio culturale

curriculum
Strutture e restauro dell'architettura e del patrimonio culturale

ciclo
XXXV


Architetto, Dottore di ricerca in recupero e tutela dei beni culturali conseguito all’Università della Calabria, Dipartimento di Modellistica per l’Ingegneria. Si occupa di strutture di legno antiche e di tecniche costruttive nell’edilizia storica. Rappresentante italiano alle azioni EU-COST ACTION FP1101/ Assessment, Reinforcement and Monitoring of Timber Structures (Trento, Londra, Antalya, Praga, Trondheim, Wroclaw). Membro del comitato scientifico di diverse conferenze internazionali HEaRT, Cosenza, 2013; Lisbona, 2015; Minho, 2019; “RIPAM” 8.5, Florence, 2020; YOCUCO Matera, 2018. E’ autore di oltre 100 pubblicazioni (monografie, articoli scientifici, relazioni congressuali, curatele). Ha insegnato, come professore a contratto, materie attinenti il restauro dell’architettura, nelle Università della Calabria, della Sapienza di Roma, di Roma Tre e di Perugia. È stato docente nei corsi di dottorato dell’Università di Firenze e nell’Università Federico II di Napoli. E’ docente al master di II livello in “Miglioramento sismico, restauro e consolidamento del costruito storico e monumentale” organizzato dall’Università di Ferrara. Dal 2015 al 2018 è stato membro della Segreteria Tecnica di Progettazione della Soprintendenza di Pompei. Dal 2018 è funzionario architetto presso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Catanzaro, Cosenza e Crotone.

È membro del comitato editoriale delle seguenti riviste: “Sustainability” (ISSN 2071-1050); “Applied Sciences” (ISSN 2076-3417); “Monere RIVISTA DEI BENI CULTURALI E DELLE ISTITUZIONI POLITICHE” (ISSN: 2704-7806).

Dal 2019 è membro esperto del comitato scientifico “Analisi e Restauro delle Strutture del Patrimonio Architettonico” (ISCARSAH) dell’ICOMOS e del “Comitato Scientifico Legno” (IIWC) dell’ICOMOS.

È autore di diversi interventi di restauro su edifici monumentali, tra gli altri la Cattedrale di Catanzaro; Cattedrale di Cosenza; Ex Real Polverificio Borbonico of Scafati (Sa); Tomba Monumentale di Porta Stabia, Pompei; Messa in sicurezza dell’Insula Meridionalis, Pompei.

Interessi scientifici

Comportamento sismico di edifici monumentali in muratura soggetti ad accelerazioni modeste; Aspetti teoretici e tecnologici per il consolidamento delle strutture di legno antiche; Storia delle sperimentazioni su travi lignee tra XVIII e XIX secolo; Carpenteria lignea dei tetti nell’Antichità; Vulnerabilità sismica e consolidamento di manufatti archeologici.

Titolo della tesi

Modalità di rottura e reologia delle travi di legno antiche

Tutor

Prof. Giacomo Tempesta

Abstract

Lo studio, nel solco degli studi intrapresi recentemente dal Prof. Tampone (2016), ha l’obiettivo di realizzare un catalogo ragionato dei dissesti delle travi antiche. La classificazione degli effetti e la loro evoluzione, tipici delle manifestazioni di collasso, sarà rapportata alle diverse cause. Il risultato consterà in un contributo specialistico alla diagnosi e, in generale, alla conoscenza, essenziale per permettere l’interpretazione dello stato di crisi rilevato guidando all’identificazione della causa preponderante, utile per potere approntare con sollecitudine i provvedimenti necessari. 

Lo studio si compone di un’attività sperimentale svolta in parallelo all’esame di alcuni casi studio già individuati. Include, inoltre, una parte introduttiva dedicata alla sistematizzazione e approfondimento della tradizione di sperimentazioni con metodologia analitica relativa alla rottura delle travi lignee, originatesi nel XVIII secolo (Du Hamel, Parent, Girard, Leupold, altri).

La campagna sperimentale riguarderà 18 travi di legno prelevate da solai dismessi in edifici esistenti. Tali membrature saranno soggette a diverse condizioni di carico e ambientali con un’approfondita indagine preliminare sulla storia che le ha caratterizzate in opera; sarà inoltre svolto un dettagliato rilievo geometrico della qualità del materiale e dello stato di conservazione. La fase conclusiva consisterà in una prova a rottura con particolare attenzione alla progressione della deformazione e della frattura, rapportandoli alle varie condizioni imposte. Una tale attività sperimentale, non esistendo una procedura di prova standardizzata per gli obiettivi che si propone, impiegherà, e se necessario adatterà, l’apparato (prova a flessione “a quattro punti”) descritto in UNI EN 408:2012.

Le campagne sperimentali, anche quelle più sofisticate, difficilmente riescono a riprodurre la complessità di interazioni che contraddistingue un elemento ligneo in lungo servizio e la modalità con cui raggiunge il collasso. Alla luce di una tale situazione la ricerca prevederà una ulteriore attività. I dati derivanti dalle prove sperimentali saranno comparati e “calibrati” con casi di rottura di travi ancora in opera. A tal proposito, sono stati individuati circa una decina di esempi relativi a solai realizzati tra XVI e XIX secolo.

 

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