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Scuola Dottorale

Mirko Romagnoli - XXXI ciclo

romagnoli

Mirko Romagnoli, architetto e dottorando nel curriculum di Tecnologie dell’Architettura, si laurea con lode nel 2015, presso la Scuola di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, con una tesi in progettazione architettonica dal titolo “Micropolis. Nuove scenografie metropolitane per Milano sul Cavalcavia Bussa”. 

Dal conseguimento della laurea è Cultore della materia al Laboratorio di Progettazione dell’Architettura III del corso di laura quinquennale della stessa università . 

Dal 2016 collabora con l’unità di ricerca FAL - Florence Accessibility Lab nella ricerca "Pocket Parks for All. La valorizzazione degli spazi residuali per la città inclusiva”, parte di Progetti Strategici di Base 2014 dell’Università degli Studi di Firenze. 

Nel 2015 inizia il percorso dottorale interessandosi di nuove tecnologie e nuove tipologie per la progettazione di dispositivi e micro-architetture dello spazio urbano.  

interessi specifici:

micro-architettura dello spazio pubblico, dispositivi urbani, ITC - Smart Cities, accessibilità nello spazio pubblico.

 

The Urban Canopy.
Dispositivi per la qualità urbana nello spazio pubblico della città contemporanea

La ricerca indaga il tema della loggia urbana nello spazio pubblico contemporaneo. Le strutture di copertura freestanding hanno trovato un’ampia diffusione nel panorama progettuale internazionale. Se da un lato la copiosità delle sperimentazioni fornisce un ricco materiale di partenza; dall’altra l’assenza di trattazioni scientifiche coerenti sull’argomento, la smisurata varietà delle possibilità materiali e tecnologiche offerte dalla cultura contemporanea e la complessità dei fenomeni di trasformazione della città di oggi rappresentano gli elementi di rischio di questa esperienza scientifica. Nella consapevolezza che fare ordine in un contesto tanto magmatico rappresenti una scelta radicale ed insidiosa, lo studio si pone l’obiettivo di individuare le possibilità di sviluppo legate alla diffusione di questa tipologia architettonica. Per evitare ogni tipo di ambiguità che l’uso del termine loggia potrebbe creare nella lingua italiana, si è scelto di battezzare l’oggetto della ricerca con l’espressione inglese Urban Canopy.

L’assenza di una definizione scientifica ha reso necessario rispondere in maniera preventiva alla più ovvia delle domande: che cos’è la loggia urbana? L’analisi è stata perciò orientata verso l’indagine di ordine tipologico. Il progredire dell’analisi ha però spontaneamente indotto la trattazione in una continua oscillazione tra ‘logico’ e ‘analogico’, tra elementi invarianti e varianti, tra metodo deduttivo e induttivo, ovvero muovendo sia da considerazioni teoriche generali tratte dall’antologia degli studi tipologici, sia astraendo dalle esperienze sensibili la varietà delle possibilità tecniche, materiali e funzionali. Con questo metodo si è cercato di ricostruire un immaginario iconografico tale da fornire sia un’interpretazione del fenomeno di diffusione del dispositivo sia le sue potenzialità di uso. Con ciò si è tentato di superare la divisione tra ambiti disciplinari, facendo convivere in un’unica visione d’insieme istanze socio-culturali, innovazioni tecnologiche e questioni estetico-ambientali. Lo studio fornisce:

  1. un contributo di conoscenza sul tema poco indagato dei processi evolutivi del tipo architettonico della loggia;
  2. un progetto di lettura originale per l’analisi tipologica del dispositivo urbano;
  3. uno strumento di orientamento alla progettazione di Urban Canopy (UCaF), che offre suggerimenti rivolti a progettisti, amministrazioni ed imprese che intendono investire nella rigenerazione urbana sostenibile, nelle industrie culturali e creative, nel campo dell’innovazione sociale e tecnologica.

 

English version

The Urban Canopy.
Devices for the quality of life in the contemporary public space.

The research project investigates roofing structures in the contemporary public space. The freestanding variation of the urban loggia are very widespread in the international public space practice. The purpose of this study is to identify the reasons of its growing dissemination and to understand the opportunities which they generate within the framework of sustainable urban development programs. The originality of the topic and the complexity of the contemporary urban structure – physical, sociological and technological – make the fundamentals of this dissertation rather muddled.  

The lack of a scientific literature about this topic has made it necessary a scientific definition of the specific subject of study: the urban loggia. The first part of the research undertakes a typological approach of this architectural category. The analysis led to both deductive and inductive reasoning: general features of the Urban Canopy (size, relation to the built environment, shapes and geometry) have been deduced from the anthology of typological studies; at the same time a wide and careful selection of built examples – best practices for specific field of research – have revealed functional, technical and material potentials of this kind of structures. A typological study is something more than a taxonomic classification of characteristics: it is a methodological approach that it identifies the possible relations between the context – which sets the issues – and the form – which fix the problem (Christopher Alexander, Note on the synthesis of form, Harvard University Press, Cambridge, 1964). The research has its roots in the hypothesis that the Urban Canopy has natural characteristics to meet the emerging needs of the contemporary public spaces: flexibility; climate change mitigation; artistic and expressive aptitude (as landmark); predisposition for integration of innovative technological systems. The output of the research can be divided into:

  1. contribution to knowledge;
  2. original method for observing and analysing Urban Canopies;
  3. development of a conceptual framework for designers, administration and companies seeking to invest in the sustainable urban development sector.

 

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