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Scuola Dottorale

Alessandra Vezzi

Alessandra Vezzi
alessandra.vezzi(AT)unifi.it

dottorato
Architettura, progetto, conoscenza e salvaguardia del patrimonio culturale

curriculum
Rilievo e Rappresentazione dell’Architettura e dell’Ambiente

ciclo
XXXVI


Architetto e dottoranda di ricerca, si laurea alla magistrale in Architettura all’Università di Firenze nel 2020 con il massimo dei voti e lode, con tesi in rilievo e progettazione architettonica dal titolo “La Forma nel Tempo - Arates, Armenia”, relatore prof. Andrea Ricci e correlatore Prof. Cecilia Luschi. Nel 2018 e 2019, presso il DIDA – UNIFI, svolge l’attività di Tutoraggio. Dal 2015 è collaboratore alla didattica e alla ricerca nel Laboratorio di disegno dell’architettura e nel 2020 diventa “Cultore della materia” nel Lab. della Prof. Laura Aiello. Inoltre, dal 2015, partecipa a missioni internazionali di ricerca in Israele, Armenia e svolge nel 2019 un seminario presso l’università di Pechino, in Cina. Studia le architetture storiche medievali attraverso gli strumenti del rilievo, approfondisce i temi del recupero e della valorizzazione del patrimonio storico architettonico, interessandosi alla progettazione e la sperimentazione di nuove tecnologie.

Interessi scientifici

Il disegno e la sua rappresentazione, il rilievo integrato e la progettazione architettonica. La fotografia, la modellazione 3D, la fotogrammetria e la sperimentazione di nuove tecnologie applicate ai beni culturali, artistici e architettonici.

Titolo della Tesi

Ashkelon, Una Porta Del Mediterraneo

Tutor

Prof.ssa Cecilia Maria Roberta Luschi

Abstract

Ashkelon, antica città del Mediterraneo fu crocevia di popolazioni provenienti dal Medio Oriente e dall’Europa. Gli studi storici e scientifici tradizionali saranno alla base l’uso del sito archeologico, integrato nel contesto sociale della comunità locale, aperto al turismo. Le azioni si concentrano sull’ampliamento della produzione di mappe, documenti, volti a migliorare la divulgazione del materiale e sulla realizzazione sperimentale di video-animazioni, realtà virtuale e giochi di luce all’aperto applicati ai reperti del Parco. La ricostruzione di queste interazioni culturali porterà alla riscoperta del rapporto città-mare e di quelle relazioni visive ora perdute.

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